sabato 20 novembre 2010

Una lettera al giornale

L'intervista sulla Stampa di lunedì 15 novembre 2010 ha motivato una lettera al quotidiano.
L'autore si qualifica comee "dirigente industriale in pensione". Fa sapere di aver letto "con estremo disagio" l'intervista. Parla a nome dei 500 associati biellesi a Federmanager e assicura che nessuno di loro "è un maneggione, sta lontano dalla fabbrica, vive e guarda altrove". Ma anzi, dice, ognuno "è sempre impegnato a portare avanti la sua missione che lo costringe a orari impossibili, con la mente impegnata anche quando torna a casa alla sera, per prevedere e fronteggiare le mosse della concorrenza e non per badare in prima battuta al proprio interesse".
Non ne dubitavo. Ho scritto il libro cercando proprio di portare sulla scena le ragioni di questi meritevoli dirigenti, la cui immagine è oscurata dall'atteggiamento dei manager 'alla moda', 'fatti con lo stampino', asserviti agli interessi della finanza, attenti innanzitutto alla propria carriera.
Non a caso l'autore della lettera non si riconosce nel ruolo del 'manager': preferisco essere chiamato Dirigente industriale. Una categoria che, dice giustamente l'autore della lettera, "chiede rispetto".
Avendo trovato il suo indirizzo su Internet, scrivo all'autore della lettera. Glis crivo una lettera, con busta e francobollo, come si faceva una volta, per ringraziarlo della sua indignazione, che è anche mia.

Presentazione a Torino presso il Club della Comunicazione d'Impresa dell'Unione Industriale, 24 novembre 2010

E' utile chiededersi come il ruolo del manageer è narrato tramite i mezzi di comunicazione.
Perciò tengo particolarmente a questa presentazione.

venerdì 19 novembre 2010

Presentazione a Milano, 16 novembre 2010, Ovvero: il manager tra le meduse

Più che una presentazione, un incontro a più voci, organizzato dall'Italian Project Management Academy.
Si è preso spunto, insieme, dal mio libro, e del libro di Francesco Perillo, L'insostentibile leggerezza del management (Guerini e Associati, 2010).
Il titolo dell'incontro recitava: Project Manager, prima di tutto Manager. Ma io penso che il titolo avrebbe potuto essere rovesciato: Manager, prima di tutto Project Manager, perché credo che il manager del futuro debba prendere ad esempio il Project Manager, legato a uno scopo, obbligato a progettare il futuro. Il manager, invece, credo che troppa facilmente possa rifugiarsi nella mera gestione, priva di connessioni con uno scopo.
Curioso per me notare che sia Roberto Mori, Vice Presidente IPMA International, sia Emilio Bartezzaghi, Ordinario di Gestione aziendale al Politecnico di Milano, si sono soffermati su una metafora -'il manager tra le meduse', che in Contro il management occupa non più di due pagine.
Ma, pensadoci, anch'io la considero un luogo importante del libro. E poi -è giusto ricordarlo- le narrazioni autobiografiche sono sempre importanti. Anche quando si parla di management.
Trovate qui una versione della narrazione.

lunedì 15 novembre 2010

Succubi della finanza i manager in declino

E' apparsa oggi una mia intervista sulla Stampa. L'intervistatore -si firma W.P., ma penso di poter dire che si tratta di Walter Passerini- presenta il libro con queste parole: "Un grido di dolore contro il management, uno straordinario senso di indignazione nei confronti di una figura professionale spesso mitizzata ma oggi in declino, tutta da ricostruire. Francesco Varanini è un indignato speciale, che dopo una vita di lavoro e di alte responsabilità dentro grandi e piccole aziende ora si toglie qualche sassolino dalle scarpe con amore e passione per il suo mestiere".
Potete leggere l'intervista qui.