sabato 1 maggio 2010

Sette tipi di manager: Il Miracolato

Sognavano di essere Manager-come-si-deve, ma per situazioni economiche e sociali di partenza o per scarsi risultati scolastici o per accidenti della vita o per e per incapacità di salire su quel treno, non ci sono riusciti.
Ma poi, non per un colpo di reni, e forse nemmeno per una personale attitudine a cogliere l’attimo fuggente, e dunque magari solo per un colpo di fortuna, ce l’hanno fatta comunque.
Perché per una volta nella vita hanno avuto la fortuna di trovarsi al momento giusto al posto giusto. Passavano di lì, o erano nei paraggi, quando una posizione è rimasta improvvisamente scoperta. Serviva qualcuno per tamponare un buco, per riempire un vuoto.
Se Manager-come-si-deve si nasce, Miracolati si diventa. Qualcuno li ha presi per i capelli e li ha consapevolmente messi in un posto che pareva assolutamente al di sopra delle loro capacità, in base al principio che ciò che importa è circondarsi di persone che non possano fare ombra e che non rompano le scatole.
Affidare a quell’improbabile manager la posizione, appariva una soluzione facile, ma transitoria. Eppure quasi sempre i Miracolati durano nel tempo, perché la loro pochezza finisce per apparire virtù.
Il Miracolato garantisce un’affidabilità senza incrinature. Perché sa di non avere alternative. Il suo treno non passerà un’altra volta.
Così, eccolo attaccato alla sedia a ringraziare ogni giorno in cuor suo il fausto destino, le fortunate coincidenze che l’hanno portato a sedervisi. E seduto lì, culo di pietra, fedele al mandato, il Miracolato senza fiatare copre magagne e spala merda.
Ammantato del proprio grigiore, il Miracolato finisce per diventare indispensabile, inamovibile.

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